Se giovedì 14 marzo, dopo l'incontro previsto a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo economico, l'azienda giapponese confermerà di chiudere lo stabilimento, chiederemo con tutti i mezzi possibili a nostra disposizione, unendo tutte le associazioni di consumatori della Puglia, di iniziare uno sciopero dell'acquisto di qualsiasi prodotto Bridgestone. Bisogna rendere antieconomica la decisione. I cittadini pugliesi dimostreranno di avere molto chiaro che l'atto di acquisto può assomigliare un po' al gesto del voto, se lo si compie con consapevolezza dei risvolti sociali che può avere in alcuni casi, proprio come questo. Porteremo in piazza e sui mezzi di comunicazione le ragioni del perchè la scelta di acquisto dei cittadini pugliesi si rivolga serenamente alle tantissime altre marche esistenti, con l'obiettivo di non fare fatturare più neppure un euro in Puglia alla Bridgestone. L'azienda deve avere chiaro che ci sarà una campagna di comunicazione dove salderemo i volti e le storie dei dipendenti pugliesi licenziati, con la richiesta ai cittadini di non comprare mai più Bridgestone.
“S.O.S. carte revolving” è il nuovo servizio attivato da Confconsumatori Brindisi, per tutelare i cittadini nell’ennesimo episodio di risparmio tradito: i tassi di interesse applicati da molte società finanziarie in caso di utilizzo di carte revolving, le quali, consentono di fare subito un acquisto e di pagarlo con rate mensili.
La problematica pr...incipale, però, riguarda il tasso di interessi applicato non solo alle singole rate, già di per sé alto, ma soprattutto dagli interessi di mora nei casi di mancato pagamento. In questi casi il tasso supera spesso le soglie dell’usura stabilite dalla Banca d’Italia.
Dalle perizie effettuate dalla Procura di Trani, dinnanzi alla quale è in corso un procedimento nei confronti di primarie società finanziarie che emettono carte revolving, è emerso che i tassi di queste ultime, in alcuni casi, sono giunti, in caso di ritardo nel pagamento, fino al 54,21 %. Oltre il doppio, cioè, dei limiti, pur elevati, del 25,68 % consentiti dalla legge sull’usura per il credito finalizzato all’acquisto rateale per tali tipologie di prestiti.
«Dal 2010, anno nel quale abbiamo cominciato ad occuparci delle problematiche collegate alle carte revolving, ad oggi - afferma l’avv. Emilio Graziuso, presidente di Confconsumatori Brindisi – numerosi consumatori si sono rivolti alla nostra Associazione per avere chiarimenti in merito a pagamenti agli stessi richiesti dei quali non solo non riescono a comprendere l’entità ma anche, in alcuni casi, la durata. I consumatori che vogliono vederci chiaro devono effettuare dei conteggi dettagliati in merito ai tassi di interesse applicati, al fine di verificare se vi siano gli estremi per chiedere la restituzione delle somme illegittimamente pagate. In tal caso, come Associazione, consigliamo, innanzitutto, di inviare una diffida alla società che ha emesso la carta revolving chiedendo la restituzione del maltolto ed eventualmente, in caso di risposta negativa, promuovere una azione legale per la tutela dei propri diritti».
La legge di Stabilità 2013 (legge n. 228/2012, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato) prevede ora la possibilità di sospendere la riscossione direttamente con Equitalia. Hai ricevuto una cartella esattoriale da Equitalia ma credi che gli importi richiesti non debbano essere pagati? Da oggi esiste uno strumento nuovo da usare nei confronti dell’ente di riscossione: ricevuta la domanda completa di tutta la documentazione, Equitalia deve sospendere immediatamente l’attività di riscossione e chiedere una verifica all’ente creditore. Se la documentazione presentata dal contribuente è incompleta, Equitalia chiederà le integrazioni necessarie. Se entro 220 giorni il contribuente non riceverà alcuna risposta dall’ente creditore, le somme richieste non saranno più dovute. La sospensione può essere richiesta in presenza di qualsiasi causa che rende non esigibile il credito da parte dell’ente pubblico creditore. La domanda va presentata entro 90 giorni da quando Equitalia ha notificato la cartella o il primo atto di riscossione.
Il ministero dello Sviluppo economico, in collaborazione con la Concessionaria servizi assicurativi pubblici (Consap SpA), ha avviato il bando per il rimborso delle polizze vita prescritte, meglio conosciute come “polizze dormienti”.
Il rimborso è destinato a chi non è riuscito a riscattare la polizza caduta in prescrizione, per effetto della retroattività prevista dalle legge 166/2008 che aveva ridotto i termini a due anni.
Le domande di rimborso possono essere presentate dal 13 febbraio al 15 aprile 2013.
Può essere presentata domanda di rimborso delle somme trasferite al Fondo “Rapporti dormienti” esclusivamente per quelle polizze vita prescritte (c.d. “Polizze dormienti”), per le quali sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni:
Coloro che si trovano nella situazione innanzi descritta, possono presentare la domanda per ottenere il rimborso delle somme della polizza caduta in prescrizione, corredata dei documenti richiesti dal bando.
Per ogni informazione e supporto nella presentazione della domanda, è possibile rivolgersi ad una delle sedi di Confconsumatori.
Siena, 21 febbraio 2013 – I recenti casi di Monte dei Paschi di Siena, Saipem, Fondiaria/Sai si aggiungono al lungo elenco di risparmio tradito (Parmalat, bond argentini, Cirio e molti altri) i cui costi gravano in massima parte sugli ignari risparmiatori e i piccoli azionisti. Confconsumatori, che sta raccogliendo richieste di assistenza in tutta Italia, ha voluto incontrare i piccoli risparmiatori per mettere a loro disposizione la propria esperienza, maturata in anni di battaglie in materia di “Risparmio Tradito”.
«Dal confronto con gli azionisti – ha spiegato Duccio Panti, Presidente di Confconsumatori Siena – sono emersi anche particolari preoccupanti. Tra i nostri iscritti, infatti, c’è anche un ex dipendente di Monte dei Paschi di Siena, che ci ha spiegato come, tempo fa, lui e diversi altri colleghi sono stati “caldamente invitati” dai propri superiori a liquidare un anticipo del TFR con il quale acquistare azioni della Banca».
Confconsumatori ha pubblicato sul proprio sito nazionale (www.confconsumatori.it) istruzioni chiare per tutti gli azionisti, spesso disorientati: «L’impegno della nostra associazione – spiega Marco Festelli, Presidente di Confconsumatori Toscana – è quello di aiutare i piccoli risparmiatori ad analizzare la propria posizione specifica e a valutare, con i nostri esperti, le possibilità di risarcimento. Il tutto a un costo molto contenuto. Aiuteremo chi lo desidera a rivolgersi al Giudice penale, presentando un esposto penale/querela con cui chiedere il risarcimento dei danni, previa verifica di reati eventualmente commessi da management della Banca o da altri soggetti. In alcune ipotesi, sarà possibile instaurare anche un giudizio civile contro la Banca venditrice dei titoli MPS».
Confconsumatori si costituirà a sua volta parte civile nel processo penale in rappresentanza della collettività, un ruolo la cui legittimità è stata in più occasioni riconosciuta negli anni: «Confconsumatori – spiega l'avv. Antonio Pinto del direttivo nazionale – ha maturato una lunga esperienza, a partire dai processi Parmalat, che nell’ambito del “Risparmio tradito” ha permesso ai risparmiatori di recuperare complessivamente oltre 30 milioni di euro tra cause penali e civili. Sono numerosi, poi, i processi in cui il giudice ha ammesso la costituzione di parte civile. Ricordiamo i casi della Clinica Santa Rita, delle mozzarelle blu, degli ovoprodotti adulterati, il processo a Messina contro il Consorzio Autostrade Siciliane per la sicurezza delle autostrade o quello, recentissimo, contro la Sma a Grosseto per lo scandalo dei “reincarti” di prodotti scaduti».
Per la Presidente nazionale Mara Colla la battaglia di Confconsumatori non si esaurisce in ambito giudiziario: «Abbiamo chiesto da subito le dimissioni dei membri tutt’ora componenti del CdA MPS già presenti all’epoca dei fatti. Recentemente abbiamo inviato ai candidati premier la proposta di istituire una Procura nazionale contro i reati finanziari, sul modello di quella antimafia. Intendiamo approfondire anche l’operato delle autorità di vigilanza europee ed italiane (BCE, FME, Consob e Bankitalia). La volontà è quella di tutelare i piccoli risparmiatori, suggerendo anche soluzioni impediscano il perfezionarsi dei comportamenti illeciti, purtroppo all’ordine del giorno negli ultimi anni».
Nonostante il pagamento regolare delle fatture, l’Enel ingiustamente sospendeva la fornitura di energia elettrica per tre giorni ad un utente, che si è rivolto a Confconsumatori- Bitonto per esser tutelato. L’avv. Filomena Lisi citava in giudizio Enel Energia per ottenere il risarcimento dei danni subiti. In sede di conciliazione si conveniva tra le parti un risarcimento pari ad €. 1150,00 oltre spese legali. Senonchè l’Enel non provvedeva al pagamento di quanto stabilito. Pertanto il suddetto legale chiedeva ed otteneva dal Giudice di Pace di Bitonto l’emissione di decreto ingiuntivo per il pagamento della somma dovuta.
Dopo molti mesi e ripetute sollecitazioni, l’Enel restava parzialmente inadempiente rispetto al pagamento di quanto dovuto e così il cittadino, sempre per il tramite del proprio legale, effettuava pignoramento presso terzi dinanzi al Tribunale di Roma ed otteneva finalmente il soddisfacimento integrale del proprio credito.
Il Tribunale di Bologna con sentenza del 06 febbraio scorso n. 298, ha dichiarato la nullità per difetto di forma di un contratto attraverso il quale un consumatore - seguito in giudizio dai legali di Confconsumatori - aveva acquistato obbligazioni Lehman Brothers. A causa della mancanza della firma del legale rappresentante della banca, quest’ultima dovrà risarcire al risparmiatore il capitale più gli interessi legali, per un totale di 35 mila euro.
"Una decisione importante – dichiara l’avvocato Laura Tota, legale di Confconsumatori, che tutela in giudizio tanti risparmiatori vittime della Lehman Brothers – che costituisce un’importante conferma di un principio sempre più ripetuto dalla giurisprudenza.L’aspetto più importante è che il Tribunale abbia dichiarato la nullità, uniformandosi a quella giurisprudenza secondo cui, perché l’ordine non sia nullo per difetto di forma a norma dell’art. 23 TUF, è necessario che sia accompagnato da un contratto generale d’investimento – che regola tutti i rapporti tra banca e investitore – sottoscritto, oltre che dal cliente, anche dal legale rappresentante dell’istituto.
Per il Tribunale non ha rilevanza che il documento sia stato prodotto in giudizio dall’istituto, né che le parti abbiano dato esecuzione a contratto, così dimostrando di considerarlo valido, bastando, per superare entrambe le eccezioni, che con l’atto introduttivo sia stata chiesta la nullità per difetto di forma."
La nuova Legge che depenalizza la colpa LIEVE del medico (secondo noi giustamente), comunque non tocca minimamente la responsabilità civile del medico, che invece rimane intatta, anche in caso di danni provocati al paziente da sola colpa lieve.In caso quindi di un errore lieve del medico, la Cassazione dice no al carcere ma dice sì al risarcimento dei danni civili.
La Suprema Corte ricorda come la legge Balduzzi ha depenalizzato la responsabilità del medico per colpa lieve (laddove siano state seguite le linee guida e le buone pratiche accreditate), ma ha ricordato anche che «la prova della colpa lieve non esime dalla responsabilità civile»: nel caso di specie, si legge ancora nella sentenza, «i medici e la struttura non hanno dato la prova esimente della complicanza non prevedibile o non prevenibile» dell'intervento, mentre la prova «incombe alla parte che assume l'obbligo di garanzia della salute».Rimane perciò salva la giurisprudenza civile sulla responsabilità da contatto sociale sviluppatasi nell’ultimo decennio.
Robin Tax scaricata sui consumatori: le associazioni, fra cui Confconsumatori, vogliono vederci chiaro e chiedono chiarimenti all’Autorità per l’energia elettrica e il gas, per “acquisire ogni informazione utile a chiarire l’accaduto”. La notizia è dei giorni scorsi: su 476 aziende distributrici, 199 operatori energetici avrebbero scaricato sui consumatori gli oneri relativi alla Robin Tax, la tassa sulla valorizzazione automatica delle scorte petrolifere. La sollevazione dei Consumatori è stata immediata. Oggi è giunta la notizia che il tavolo dovrebbe riunirsi a fine febbraio.
A seguito della pubblicazione della Relazione AEEG 18/2013/I/Rht “Attività di vigilanza svolta nell’anno 2012 dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas sul divieto di traslazione della maggiorazione IRES (cosiddetta Robin Hood Tax) sui prezzi al consumo”, in molti hanno dedotto la possibilità che la Robin Tax possa essere stata traslata illegalmente, da alcuni operatori del mercato, sui consumatori. Questo il punto di partenza delle associazioni, che ricordano come la cosa sia all’origine di uno scontro con la categorie delle imprese elettriche.
E proseguono: “Avendo attualmente ampi sospetti sull’accaduto, ma avendo anche la certezza che ben 199 operatori mostrano una variazione positiva del margine di contribuzione semestrale, che potrebbe essere ricondotta almeno in parte alla dinamica dei prezzi e in parte all’effetto di traslazione dell’IRES sulle tariffe, le associazioni hanno chiesto all’AEEG di spiegare l’accaduto e di indicare i soggetti coinvolti”.
Le Associazioni dei consumatori pugliesi, unite nell'Istituto pugliese per il consumo, hanno attivato un numero verde dedicato ai reclami dei cittadini in caso di gravi disservizi da parte dei Comuni nell'erogazione dei servizi pubblici locali.
Lo scopo dell’intervento nasce dall’esigenza di tentare di dare attuazione in Puglia della normativa che impone agli enti pubblici il controllo del rispetto di standard di qualita ed efficienza nell'erogare i servizi pubblici, nonché degli obblighi previsti dalle Carte dei servizi (ove esistenti).
Purtroppo, per vari motivi, l’applicazione della norma che impone il rispetto della normativa ad oggi è largamente inapplicata nei Comuni pugliesi.
Secondo l'avv. Antonio Pinto, presidente di Confconsumatori Puglia, "questa è solo la prima azione delle Associazioni finalizzata a impedire che i tagli alla spesa pubblica inizino proprio sul fronte dei servizi reali ai cittadini, invece che da ben altri sprechi. Inoltre, poiché lo Stato ha introdotto la nuova tassa TARES che sarà un aumento notevole rispetto alla precedente Tarsu, il minimo che si può pretendere è che i vari servizi funzionino".
Da oggi, tramite il numero verde 800661834 o collegandosi a http://www.istitutopuglieseconsumo.it/contatti/, il cittadino pugliese ha la possibilità di segnalare disservizi nella gestione di un servizio pubblico locale e sarà compito delle Associazioni componenti l’Istituto sollecitare la soluzione al disservizio, contattando direttamente l’Ente gestore oggetto della segnalazione, valutando il livello di gravità dell'inadempimento e delle azioni da intraprendere.
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