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21/01/2014 UNA BUONA NOTIZIA: GOOGLE APRE UN PORTALE DEDICATO ESLCUSIVAMENTE AL MADE IN ITALY

Un portale interamente dedicato al Made in Italy. A lanciarlo è direttamente Google: realizzato dal Google Cultural Institute sarà il primo portale di Google, tutto dedicato alle eccellenze di un Paese. La decisione del colosso non è casuale: nel 2013 le ricerche sul motore di ricerca legate al made in Italy sono aumentate del 12% rispetto al 2012. I più curiosi sono i giapponesi, i russi, gli americani e gli indiani. La scommessa, sostenuta dal Ministero dell’agricoltura, in collaborazione con Unioncamere, Symbola e Università Ca’ Foscari di Venezia, è quella di creare l’agroalimentare 2.0. New-technology e agroalimentare sono fra i settori che daranno più occupazione nel futuro. Questo progetto di Google li mette insieme.

“Abbiamo trovato un importante alleato internazionale nella lotta al falso Made in Italy alimentare che nel mondo fattura oltre 60 miliardi di euro, quasi il doppio del valore delle nostre esportazioni agroalimentari” ha commentato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.Soddisfazione da parte della Cia-Confederazione italiana agricoltori, secondo cui “la piattaforma realizzata dal colosso del web può contribuire a traghettare le nostre imprese nell’economia di internet.

Per il “made in Italy” infatti si tratta di una vetrina incredibile per crescere sui mercati stranieri e incrementare l’export del settore. E’ anche vero però – sottolinea la Cia – che, per sfruttare appieno le potenzialità di internet come volano di sviluppo, bisogna colmare al più presto possibile i ritardi dell’Italia sulla banda larga. Nelle aree rurali soltanto il 17% degli abitanti può contare su una connessione costante e di qualità, contro l’89% delle aree urbane. E questa carenza di infrastrutture tecnologiche “pesa” sulle aziende agricole: oggi infatti le imprese informatizzate del settore primario sono circa 61mila, solo il 3,8% del totale”.

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19/01/2014 CONVEGNO: AZIONI COLLETTIVE INIBITORIE A TUTELA DEI CONSUMATORI

Martedi 21 gennaio, a Bari presso il Tribunale - Sala Biblioteca dell'Ordine degli Avvocati, la Fondazione Scuola Forense, ha organizzato il seminario: "L'azione collettiva inibitoria". Modera l'Avv. Ebe Guerra. La prima relazione sarà tenuta dal Dott. Valentino Lenoci, Giudice del Tribunale di Bari: "La tutela inibitoria collettiva". La seconda relazione sarà tenuta dall'Avv. Antonio Pinto, presidente Confconsumatori Puglia: "Casi pratici di azioni inibitorie promosse da associazioni dei consumatori". L'inizio è previsto alle ore 15,30. Il Consiglio dell'Ordine ha attribuito 3 crediti formativi per gli Avvocati che parteciperanno. Si ringrazia per l'organizzazione dell'evento l'Avv. Lorenzo Minunno, Direttore della Fondazione.

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17/01/2014 LA APPLE RIMBORSA I GENITORI PER ACQUISTI DI GIOCHI E APP, DA PARTE DEI FIGLI MINORI SENZA CONSENSO. CONFCONSUMATORI: ADESSO AGIRE DINANZI ALL’ANTITRUST ITALIANA

Apple rimborserà per oltre 32 milioni di dollari i genitori che, “a loro insaputa”, si sono visti addebitare costi per App e giochi scaricate dai figli su iPhone e iPad.

Finisce quindi con una vittoria per i consumatori la vicenda avviata da una denuncia della Federal Trade Commission, l’antitrust americana, secondo cui Apple ha violato la legge omettendo di dire ai clienti che “una volta immessa la password si apre automaticamente una finestra di 15 minuti durante la quale sono ammessi acquisti senza limiti e senza ulteriori autorizzazioni dall’App Store”. Finestra della quale molti bambini hanno approfittato senza avvertire i genitori che, ignari, si sono poi visti addebitare costi non approvati. In alcuni casi le cifre sono alquanto elevate. 

Lo scorso febbraio Apple ha patteggiato una class action sullo stesso tema, pagando decine di milioni di dollari a più di 23 milioni di clienti. L’accordo con l’antitrust americana richiede a Apple anche di rivedere le pratiche con cui ottiene il consenso per i pagamenti sugli acquisti per le app entro il marzo 2014”. Se entro i prossimi 12 mesi Apple rimborserà ai consumatori una somma inferiore a 32,5 milioni di dollari, dovrà versare il saldo alla Commissione.

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16/01/2014 IUC, MINI IMU, TARES: ECCO LE SCADENZE

Alcuni cittadini hanno ricevuto cartelle e bollette dopo la data di scadenza indicata sul documento. Per fare chiarezza ricordiamo che tre giorni fa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze è arrivata una nota che fa il punto sulle scadenze dei pagamenti relativi alle imposte sulla casa e sui rifiuti.

La Legge di Stabilità ha infatti previsto, spiega il Mef, per l’imposta unica comunale (IUC) che si compone dell’Imu, della Tari e della Tasi i seguenti termini di versamento: per l’Imu, il 16 giugno e il 16 dicembre; per la Tari e la Tasi, almeno due rate a scadenza semestrale i cui termini sono stabiliti da ciascun comune in maniera anche differenziata fra i due tributi.E’ prevista la possibilità del pagamento in un’unica soluzione entro il 16 giugno.

Per la Mini-Imu, ovvero l’eventuale parte residuale della seconda rata Imu 2013 a carico del contribuente (per i residenti nei comuni che hanno aumentato l’aliquota del 4 per mille) la scadenza prevista è il prossimo 24 gennaio. C’è infine la maggiorazione standard della Tares: la scadenza è il prossimo 24 gennaio, a meno che il versamento non sia stato già effettuato entro il 2013.

E' un post di servizio per cui ci asteniamo da facili commenti.

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15/01/2014 LA REGIONE PUGLIA DICE NO AL GASDOTTO TAP IN SALENTO

Il comitato tecnico regionale della Via (Valutazione impatto ambientale) ha espresso il suo parere negativo. Tra le motivazioni che i tecnici hanno espresso, il pregio dell'area individuata come punto di approdo dell'opera, il litorale di San Foca nella marina di Melendugno nel Salento, il fatto che non è chiaro come il gasdotto, una volta arrivato nel Salento dal Mar Adriatico, si connetterà alla rete nazionale, e la mancanza di siti alternativi a San Foca. Meglio: i siti sono stati individuati, quattro in tutto compreso la marina di Melendugno, ma gli altri tre sono stati presentati in modo tale dalla Tap da escluderli sul piano della fattibilità.

In tutti questi mesi il progetto della Tap - 40 miliardi di euro, 8 miliardi di metri cubi di gas annui trasportati dall'Azerbajian in Italia via Albania e Grecia - è stato duramente contestato nel Salento. In campo sono scesi diversi sindaci della zona e si è costituito anche un comitato No Tap.

Il no espresso dalla Regione Puglia è solo consultivo ma è tuttavia difficile pensare che questo verdetto arrivato da Bari non abbia peso e influenza sul procedimento di Via nazionale. Nella stessa area della Puglia, a Otranto, è anche previsto l'approdo di un altro gasdotto che fa capo al progetto Igi Poseidon. Quest'ultimo ha già tutte le autorizzazioni, al contrario di Tap, ma non ancora la disponibilità del gas, tant'è che nei giorni scorsi da più parti si è prefigurata la possibilità di una fusione tra le due iniziative.

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14/01/2014 BANKITALIA: PRESTITI ALLE FAMIGLIE E ALLE IMPRESE IN FORTE E CONTINUO CALO

A novembre i prestiti al settore privato hanno registrato una contrazione su base annua del 4,3 per cento (-3,7 per cento a ottobre). E’ quanto riferisce Banca d’Italia secondo cui il dato si scompone in due componenti: se da un lato i prestiti alle famiglie sono scesi dell’1,5 per cento sui dodici mesi (-1,3 per cento nelmese precedente), quelli alle imprese sono diminuiti, sempre su base annua addirittura del 6 per cento (-4,9 per cento a ottobre).

Quanto ai tassi d’interesse, quelli sui finanziamenti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono stati pari al 3,86 per cento, in lieve riduzione rispetto al 3,90 per cento di ottobre 2013. Negativi i commenti di tutte le Associazioni dei Consumatori. Se le banche non concedono credito adesso, quando intendono farlo? Quando le imprese avranno chiuso per mancanza di fondi e per l'impossibilità di portare avanti operazioni di sviluppo e investimenti? Quando le famiglie avranno esaurito totalmente la capacità di spesa?

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12/01/2014 LA GIUSTIZIA E I CITTADINI: AUMENTANO I COSTI, LE DISTANZE E LE INGIUSTIZIE

In Italia, per iscrivere a ruolo una causa bisogna pagare una tassa (contributo unificato) che oggi varia da un massimo di euro 6.000, per cause al TAR di valore superiore ad un milione di euro a un minimo di euro 37 per le cause di valore fino a 1.100 euro. Anche il costo della marca da bollo è stato dal 1 gennaio aumentato da otto a 27 euro. Sono state soppresse quasi tutte le sezioni distaccate dei Tribunali, con conseguenze negative sui cittadini, sugli avvocati dei Comuni dove vi è stata la soppressione e sui dipendenti di quelle sezioni che ora devono viaggiare ogni giorno.

I Giudici sono sotto organico ed ognuno di loro ha un ruolo, un numero di cause assegnate, enorme.I cancellieri, funzionari, ufficiali giudiziari sono abbondantemente sotto organico e addirittura non vengono sostituiti a mano a mano che vanno in pensione e, di conseguenza, i servizi per avvocati e cittadini sono peggiorati (per iscrivere a ruolo una causa o per un adempimento in una Cancelleria dei procedimenti esecutivi ci vogliono ore). Fin qui i fatti (peraltro solo alcuni, perché molto ancora si potrebbe scrivere).

L'impressione fondata sui fatti sopra descritti è che in questa situazione perdiamo tutti: cittadini imprese si ritrovano con cause costose e lunghe, che per la loro struttura servono a poco, gli avvocati vedono ormai drasticamente ridurre sia le cause e sia gli onorari, per cui abbiamo migliaia di giovani avvocati che, per le statistiche, avendo partita IVA, non sono disoccupati, ma di fatto versano in gravi difficoltà economiche, i giudici e i funzionari si ritrovano con carichi di lavoro ingestibili.In fondo ci guadagnano solamente coloro che con le loro condotte illecite danneggiano gli altri.

Nota a cura dell'avv. Dario Barnaba

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08/01/2014 DECISIONE STORICA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA UE: I PRECARI ITALIANI HANNO DIRITTO ALLA STABILIZZAZIONE SE LA PA HA ABUSATO DI UNA SUCCESSIONE DI CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO

La Corte di Giustizia Europea (Ordinanza Papalia - causa C-50/13 e la sentenza Carratù - Causa C-361/12, entrambe del 12 dicembre scorso) ha dichiarato testualmente: l’illegittimità della legislazione italiana in materia di precariato pubblico, accertando che l’Italia e la normativa interna non riconoscono e non garantiscono ai lavoratori pubblici precari le tutele e le garanzie previste dal legislatore europeo”.

Nel provvedimento si legge che: “l’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato (concluso il 18 marzo 1999, che figura in allegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999) dev’essere interpretato nel senso che esso osta ai provvedimenti previsti da una normativa nazionale, quale quella oggetto del procedimento principale, la quale, nell’ipotesi di utilizzo abusivo, da parte di un datore di lavoro pubblico, di una successione di contratti di lavoro a tempo determinato, preveda soltanto il diritto, per il lavoratore interessato, di ottenere il risarcimento del danno che egli reputi di aver sofferto a causa di ciò, restando esclusa qualsiasi trasformazione del rapporto di lavoro a tempo determinato in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, quando il diritto a detto risarcimento è subordinato all’obbligo, gravante su detto lavoratore, di fornire la prova di aver dovuto rinunciare a migliori opportunità di impiego, se detto obbligo ha come effetto di rendere praticamente impossibile o eccessivamente difficile l’esercizio, da parte del citato lavoratore, dei diritti conferiti dall’ordinamento dell’Unione”.

Adesso, secondo la Corte, spetta al Giudice del rinvio italiano:“valutare in che misura le disposizioni di diritto nazionale volte a sanzionare il ricorso abusivo, da parte della pubblica amministrazione, a una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato siano conformi a questi principi”. Pertanto, la via che si apre agli oltre 250.000 precari dipendenti della pubblica amministrazione, è quella di far accertare e dichiarare la violazione della Direttiva europea n.70 del 1999, con conseguente richiesta dell’obbligo di applicazione dei principi ivi contenuti (fra i quali, appunto, la trasformazione del lavoro da precario a stabile), invece di quelli previsti dall’attuale normativa italiana.

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07/01/2014 SINISTRI STRADALI: RIDOTTO A TRE MESI IL TERMINE PER CHIEDERE I DANNI

In base al Decreto Legge del 23.12.13 n.145, il danneggiato da un sinistro stradale deve chiedere al massimo entro tre mesi il risarcimento del danno, pena la perdita di ogni diritto a ricevere quanto dovuto. Il DL da poco entrato in vigore (che dovrà però esser convertito dalle camere entro 60 giorni), ha infatti modificato il secondo comma dell'articolo 2947 del codice civile. Si è previsto – relativamente ai danni derivanti dalla circolazione di veicoli di ogni genere – che il danneggiato debba necessariamente presentare la richiesta del risarcimento del danno, entro e non oltre tre mesi dal verificarsi del fatto dannoso, altrimenti perderà ogni diritto ad essere indennizzato.

Così, se fino ad'oggi la vittima di un sinistro stradale aveva, di regola, due anni di tempo per far valere i propri diritti, oggi ha invece l'onere di agire molto più in fretta, avendo a propria disposizione solo tre mesi per presentare la richiesta di risarcimento, salvo solo il caso in cui ricorra un'ipotesi di forza maggiore, che dovrà essere comprovata dal danneggiato. La differenza è importante: il nuovo termine trimestrale, infatti, è un termine di decadenza e non di prescrizione, e come tale non è soggetto né ad interruzione né a sospensione. La novità è molto svantaggiosa per i cittadini, e peraltro colpisce proprio i più onesti, atteso che chi si adopera per una frode, di certo non ha problemi a preordinare tutto il necessario prima del falso incidente.

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01/01/2014 LEGGE DELLA REGIONE PUGLIA: INIZIATIVE A SOSTEGNO DELLA LETTURA E DELLA FILIERA DEL LIBRO IN PUGLIA

E’ entrata in vigore lo scorso 20 dicembre la Legge della Regione Puglia 12 dicembre 2013, n. 40: “Iniziative e interventi regionali a sostegno della lettura e della filiera del libro in Puglia”.
Per il perseguimento delle finalità della legge, la Regione si impegna a realizzare progetti di sostegno al lettore e di promozione della lettura che: favoriscono l’abitudine alla lettura in età prescolare e scolare; creano, anche attraverso incentivi e agevolazioni alle famiglie e ai singoli, pari opportunità di fruizione del libro e favoriscono, per mezzo della lettura, processi di integrazione o reinserimento sociale; incrementano l’accessibilità al libro a una fascia di lettori potenziali quanto più ampia possibile, anche promuovendo processi di alfabetizzazione rispetto all’innovazione digitale e ai nuovi device di lettura; realizzano programmi di invito alla lettura, manifestazioni, eventi e premi letterari, anche itineranti.E’ stato fissato un primo stanziamento di euro 200.000 da destinare alle finalità della norma.

Sono previsti anche inteventi a favore degli operatori del settore. Ad esempio, si prevedono azioni che: danno impulso e/o consolidano i processi di razionalizzazione e di ottimizzazione della rete distributiva delle imprese editoriali; promuovono la rete di servizi di biblioteca di pubblica lettura e di biblioteca scolastica; promuovono la digitalizzazione e l’ammodernamento tecnologico delle imprese editoriali e delle istituzioni culturali del libro; promuovono la formazione del personale delle istituzioni culturali del libro e della lettura, delle librerie indipendenti e delle imprese editoriali; sostengono l’infrastrutturazione digitale delle librerie indipendenti e la loro presenza sul web, anche mediante la creazione di piattaforme digitali di networking; promuovono misure per favorire l’accesso al credito delle imprese editoriali e degli operatori della filiera del libro.

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