News


03/11/2012 - MUTUI E POLIZZE ASSICURATIVE: COME DIFENDERSI DA UNA NUOVA E COSTOSA SCORRETTEZZA

Con i tassi di interesse ai minimi storici, per recuperare marginalità gli istituti di credito hanno condizionato la concessione di nuovi finanziamenti alla stipula di polizze per incassare laute commissioni, che arrivano anche a quasi il 50% del premio della polizza.
Quello delle cun'estate nei confronti del rischio di premorienza del mutuatario o di grave invalidità o, talvolta, anche di perdita del lavoro, è un mercato che è molto cresciuto negli ultimi anni e che attualmente attira circa 2,5 miliardi di premi l’anno, l’80% del quale in mano alle banche. Le indagini condotte dall’Isvap nell’ultimo triennio hanno accertato che il livello medio delle commissioni praticate ai clienti dalle banche e dalle altre istituzioni finanziarie che costringono i consumatori alla stipulazione della polizza, applicano commissioni pari in media al 44% dei premi corrisposti, con punte del 79 per cento.

Dal primo luglio scorso, però, tra le altre novità in tema di liberalizzazioni la legge n° 27/2012 ha introdotto l’obbligo per la banca di sottoporre al cliente almeno due preventivi di gruppi assicurativi concorrenti, qualora l’erogazione del finanziamento sia condizionata alla stipulazione di una polizza. Il cliente, inoltre, una volta ricevuti i preventivi, ha a disposizione 10 giorni lavorativi per cercare per suo conto contratti che offrano condizioni migliori. E se il cliente decide per una polizza diversa da quelle offerte dall’intermediario, questi non può comunque modificare le condizioni della sua offerta di finanziamento.

Il Governo non ha voluto risolvere il problema in maniera semplice, imponendo alle banche il divieto di essere contemporaneamente distributori delle polizze e benficiarie delle stesse (anche usando lo schermo di societa' appartenenti allo stesso gruppo). Per cui, nella pratica, le denunce dei consumatori raccontano che la banca offre due polizze di istituti conraccontano a che hanno prezzi più alti di quelle proposte da una società che appartiene allo stesso gruppo della banca (che viene invece fortemente "caldeggiata"); tale condotta induce il consumatore a firmare la polizza della banca e cosi si accolla al cittadino non solo il prezzo di una polizza che alza di molto i costi già salati del mutuo, ma anche un conflitto di interessi a tutto vantaggio della banca. Confconsumatori promuoverà una causa pilota per far accertare l'invalidita di contratti di polizze assicurative stipulate con società riconducibili alla banca erogatrice del mutuo, usando le norme generali sull'annullabilita' di un contratto per conflitto di interessi.

Continua...

Image

24/10/2012 - Il Ministero vieta la vendita di 4 vaccini antinfluenzali perché li ritiene potenzialmente pericolosi per la salute

Divieto immediato e assoluto dell’acquisto e dell’uso di una serie di vaccini antinfluenzali prodotti da Novartis.

La comunicazione urgente viene dal Ministero della Salute, che insieme all’Agenzia Italiana del Farmaco ha disposto “il divieto immediato a scopo cautelativo e in attesa di ulteriori indagini dell’utilizzo dei seguenti quattro vaccini antinfluenzali: Agrippal, Influpozzi sub unità, Influpozzi adiuvato, Fluad. “Ai cittadini è richiesto di non acquistare né utilizzare tali vaccini fino a nuova comunicazione in proposito”

I vaccini sottoposti a divieto sono prodotti dall’azienda Novartis. L’AIFA, sottolinea il Ministero, sulla base della documentazione presentata dall’azienda, ha stabilito la necessità di ulteriori verifiche circa la qualità e la sicurezza degli stessi, dal momento che questi potrebbero presentare una aumentata reattogenicità, cioè la capacità di indurre effetti collaterali e reazioni indesiderate.

Il Ministro ha fatto sapere che sta seguendo da vicino la situazione e che ulteriori informazioni saranno diffuse nel corso della giornata. In sintesi il blocco dei vaccini antinfluenzali è stato disposto dall’Aifa perché questi presentano “difetti di qualità potenzialmente pericolosi per la salute pubblica”. Le dosi di vaccino oggetto del provvedimento, ha comunicato il Ministero della Salute dopo la prima allerta, sono 487.738.

Continua...

23/10/2012 - Buone pratiche da importare: a Perugia un nuovo modello di consumo con il baratto e il riciclo

A Perugia il terzo sabato di ogni mese si tiene il “mercato contadino e di artigianato consapevole” dove “acquistando i prodotti si partecipa ad un’importante azione di sostegno dell’agricoltura locale e familiare”, spiegano gli organizzatori. Il manifesto di questi contadini e artigiani è: “utilizziamo risorse abbondanti come il tempo e il lavoro umano e risparmiamo quelle preziose come l’acqua e la terra”.

Si tratta di un mercato in cui persone comuni lasciano i propri oggetti per scambiarli con quelli lasciati da altre persone.

Le bancarelle sono a dir poco colorate: borse, maglie, pantaloni, scarpe, giacche e vestiti, ma anche libri, oggetti per la cucina, giochi per bambini e tanto altro ancora, tutto a disposizione di chi non può permettersi di acquistare oggetti nuovi e di chi semplicemente non se la sente di acquistarne.

Questi fenomeni trovano sicuramente forza nel bisogno sempre più forte dei cittadini di abbattere il prezzo, ma sono forti anche le molte motivazioni in chiave di sostenibilità ambientale e sociale, come spiegano bene: “Facciamo laboratori per bambini con materiale riciclato, non perché non abbiamo soldi per comprarne di nuovo, ma perché odiamo lo spreco e non ci va di buttare la roba a fronte del danno ambientale che questo comporta, non solo per lo smaltimento dei cosiddetti rifiuti ma più che altro per la loro produzione”.

Continua...

21/10/2012 - L’aumento dell’IVA inciderà di più sulle famiglie con redditi bassi

L’aumento dell’Iva al 22% e all’11% è una misura “regressiva e recessiva”e l’impatto dell’aumento delle aliquote previsto dal disegno di legge di Stabilità sulle famiglie sarà tale che chi ha meno reddito in proporzione pagherà di più.

In pratica, l’aumento dell’Iva avrà sulle famiglie più povere un impatto triplo rispetto a quello delle famiglie con reddito più elevato. A dirlo sono le prime stime di CER e IRES-CGIL.

“L’incidenza dell’aumento delle aliquote IVA sul reddito familiare scende progressivamente e, con quasi completa regolarità, all’innalzarsi del livello del reddito – spiega una nota congiunta – Per il decimo più povero, l’incidenza dell’aumento si avvicina ai 10 euro ogni 1000 euro di reddito, mentre per il dieci per cento delle famiglie più ricche l’incidenza è di 3,4 euro ogni mille”.

In pratica, coloro che hanno un reddito familiare medio di poco più di 12 mila euro annui pagheranno 119 euro medi annui di maggiore imposta, pari a 9,7 euro ogni mille euro di reddito. Chi ha un reddito familiare di poco più di 20 mila euro pagherà 143 euro medi annui di maggiore imposta a famiglia, pari a 6,8 euro in più ogni mille euro di reddito. Quest’ultimo dato scende progressivamente man mano che sale il reddito familiare: per chi, ad esempio, ha un reddito familiare medio anno di circa 50 mila euro, l’impatto dell’aumento dell’Iva è di 4,9 euro ogni mille euro di reddito disponibile. Per il dieci per cento delle famiglie più ricche l’impatto dell’aumento dell’Iva sarà di 3,4 euro ogni mille euro di reddito.

E in tutto questo sono esclusi i più poveri. “Ancora più grave – spiega lo studio – è poi quanto accade alla platea degli incapienti, destinati a non trarre alcun beneficio dalla revisione delle aliquote Irpef. Si tratta degli individui le cui entrate sono così basse da non essere soggette all’imposta sul reddito delle persone fisiche. Nella elaborazione non sono comprese le famiglie con individui che non sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi. Quindi, la gran parte degli incapienti risulta esclusa. Se tutti gli incapienti venissero considerati, la regressività della misura sarebbe ancora più pronunciata”. La conclusione è sempre quella: una manovra regressiva, recessiva, che accentuerà gli effetti negativi della crisi su pensionati e lavoratori dipendenti a basso reddito.

Continua...

17/10/2012 - Gli enti locali pugliesi si adeguino alla nuova norma che stabilisce i controlli sulla Qualità

Il decreto Legge 10 ottobre 2012 n.174, appena entrato in vigore, all’art. 3 ha introdotto per gli enti locali con una popolazione residente superiore a 10.000 abitanti, un nuovo obbligo di procedere al controllo della qualità dei servizi erogati, anche attraverso la customer satisfaction. Tale controllo può essere effettuato dall’ente sia direttamente, sia avvalendosi di organismi gestionali esterni, sempre e comunque con l’uso di metodi che consentano di misurare la soddisfazione dei cittadini utenti dei servizi erogati dall’ente pubblico.

Continua...


<<Prec.
Ultime news

Dimenticato la tessera?

Inserisci il tuo Codice Fiscale o la tua Email e riceverai nuovamente la tua tessera all'indirizzo email dato al momento della iscrizione.

Invia
Area Riservata
Accedi
Seguici su LinkedIn Seguici su Facebook Seguici su Google+