Con i tassi di interesse ai minimi storici, per recuperare marginalità gli istituti di credito hanno condizionato la concessione di nuovi finanziamenti alla stipula di polizze per incassare laute commissioni, che arrivano anche a quasi il 50% del premio della polizza.
Quello delle cun'estate nei confronti del rischio di premorienza del mutuatario o di grave invalidità o, talvolta, anche di perdita del lavoro, è un mercato che è molto cresciuto negli ultimi anni e che attualmente attira circa 2,5 miliardi di premi l’anno, l’80% del quale in mano alle banche. Le indagini condotte dall’Isvap nell’ultimo triennio hanno accertato che il livello medio delle commissioni praticate ai clienti dalle banche e dalle altre istituzioni finanziarie che costringono i consumatori alla stipulazione della polizza, applicano commissioni pari in media al 44% dei premi corrisposti, con punte del 79 per cento.
Dal primo luglio scorso, però, tra le altre novità in tema di liberalizzazioni la legge n° 27/2012 ha introdotto l’obbligo per la banca di sottoporre al cliente almeno due preventivi di gruppi assicurativi concorrenti, qualora l’erogazione del finanziamento sia condizionata alla stipulazione di una polizza. Il cliente, inoltre, una volta ricevuti i preventivi, ha a disposizione 10 giorni lavorativi per cercare per suo conto contratti che offrano condizioni migliori. E se il cliente decide per una polizza diversa da quelle offerte dall’intermediario, questi non può comunque modificare le condizioni della sua offerta di finanziamento.
Il Governo non ha voluto risolvere il problema in maniera semplice, imponendo alle banche il divieto di essere contemporaneamente distributori delle polizze e benficiarie delle stesse (anche usando lo schermo di societa' appartenenti allo stesso gruppo). Per cui, nella pratica, le denunce dei consumatori raccontano che la banca offre due polizze di istituti conraccontano a che hanno prezzi più alti di quelle proposte da una società che appartiene allo stesso gruppo della banca (che viene invece fortemente "caldeggiata"); tale condotta induce il consumatore a firmare la polizza della banca e cosi si accolla al cittadino non solo il prezzo di una polizza che alza di molto i costi già salati del mutuo, ma anche un conflitto di interessi a tutto vantaggio della banca. Confconsumatori promuoverà una causa pilota per far accertare l'invalidita di contratti di polizze assicurative stipulate con società riconducibili alla banca erogatrice del mutuo, usando le norme generali sull'annullabilita' di un contratto per conflitto di interessi.
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