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6/10/18: Antonio Pinto intervistato da “La Repubblica”, sulla sanzione comminata dalla Consob a Banca Popolare di Bari

Il presidente di Confconsumatori Puglia Antonio Pinto è stato  intervistato da “La Repubblica”, sulle sanzioni comminate dalla Consob a Banca Popolare di Bari, con riferimento alle vendite di azioni eseguite nel periodo dal primo gennaio 2013 alla fine del 2015.  

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3/10/18 Fondo immobiliare Obelisco: Titoli “sicuri” che crollano dell’80%: Confconsumatori confida nell’intervento di Poste, ma intanto avvia i ricorsi all’Arbitro per le Controversie Finanziarie presso Consob

Bari, 3 ottobre 2018 – Molti risparmiatori stanno assistendo, inesorabilmente, alla drastica riduzione del valore delle loro quote del Fondo Immobiliare chiuso denominato “Obelisco”. Si stimano perdite per l’80% del capitale investito, per questo Confconsumatori si è attivata per offrire da subito assistenza ai consumatori. In particolare, come illustrato di seguito, tramite i ricorsi all’ACF, l’associazione ha già ottenuto esiti transattivi positivi che hanno visto i risparmiatori recuperare tutta la loro perdita. «Si tratta dell’ennesima drammatica vicenda di “risparmio tradito” – afferma Mara Colla, Presidente di Confconsumatori – confidiamo che, prima di tutto, Poste Italiane S.p.A., che ha collocato le quote del Fondo Obelisco anche presso la propria clientela, garantisca, così come ha già correttamente fatto in passato, un adeguato ristoro per i sottoscrittori delle quote del Fondo Obelisco».

 

IL RISCHIO NASCOSTO - Il Fondo “Obelisco” è stato istituito nell’anno 2005 con delibera del Consiglio di Amministrazione dell’allora Investire Immobiliare SGR e nasce come fondo comune di investimento immobiliare “a raccolta”, alimentato mediante sottoscrizione delle quote in denaro, da utilizzare per acquistare un pacchetto immobiliare pre-identificato dalla SGR promotrice del Fondo. Pubblicizzato all'epoca come una soluzione d'investimento redditizia (rendimento obiettivo del 5,5 % l’anno), le quote del fondo sono state collocate, ad un prezzo nominale di € 2.500,00, presso il pubblico indistinto dei risparmiatori ed anche da Poste Italiane S.p.A. presso la propria clientela. Purtroppo troppo spesso l’investimento è stato illustrato come qualcosa di sicuro ed adatto anche a pensionati e soggetti che avevano investito sempre in buoni fruttiferi postali o libretti di risparmio. Invece è un investimento in un fondo chiuso, quindi illiquido e, come abbiamo visto, assolutamente incerto e rischiosissimo.

 

IL CROLLO DEL VALORE DELLE QUOTE - A pochi mesi dalla scadenza prorogata al 31 dicembre 2018, con nota del 30.7.2018, la InvestiRE SGR S.p.A., società di gestione del Fondo, ha comunicato i dati della relazione semestrale al 30.6.2018, chiusa con un valore complessivo del fondo (NAV) pari a € 3.276.176,00, corrispondente ad un valore unitario delle quote di € 47,619 cadauna. In sostanza, il NAV del fondo è crollato drasticamente, anche a causa della enorme differenza fra i prezzi di stima ed i prezzi reali di vendita del patrimonio immobiliare, vendita operata, in gran parte negli ultimi 18 mesi e a ridosso della scadenza, con sconti spesso superiori rispetto al 50% del prezzo di acquisto dei cespiti (il cui ricavato, peraltro, è stato utilizzato essenzialmente per rimborsare l’oneroso finanziamento assunto dalla SGR nell’anno 2006). Considerando l’investimento iniziale di € 2.500,00 per acquistare una quota del Fondo e la distribuzione, nel corso degli anni, di proventi e rimborsi parziali per una somma pari a €300,00 pro quota, è evidente che, a seguito della definitiva chiusura e liquidazione del fondo, i risparmiatori avranno perso – inevitabilmente – circa l’80 % del capitale investito.

 

COSA POSSONO FARE I QUOTISTI – Confconsumatori si è attivata per garantire tutela ai molti risparmiatori che hanno acquistato quote del Fondo immobiliare Obelisco. Secondo gli avvocati di Confconsumatori Antonio Pinto ed Antonio Amendola: per i quotisti del Fondo, è possibile agire dinanzi all’Arbitro per le Controversie Finanziarie istituito presso la Consob:

  • sia nei confronti di Poste Italiane S.p.A. in qualità di soggetto collocatore, o nei confronti del diverso soggetto (ad es. banca) che ha svolto la funzione di intermediario della vendita delle quote del Fondo, per far valere l’illegittimità e i vizi della vendita delle quote del Fondo Obelisco, per ragioni legate all’inadeguatezza ed alla violazione di obblighi informativi. Tali quote del fondo erano infatti collocabili solo a soggetti aventi un profilo di rischio elevato e fornendo dettagliate informative sul prodotto venduto;
  • sia nei confronti della Società di Gestione Investire SGR, al fine di domandare l’accertamento della violazione di taluni obblighi di diligenza imposti dalla normativa di settore nella gestione del Fondo Obelisco; tanto, al fine di richiedere la restituzione del capitale investito e il risarcimento di tutti i danni subiti da ciascun quotista in questa ennesima triste vicenda.

Tra l’altro, nelle ultime settimane sono stati attivati alcuni ricorsi che hanno dato esiti transattivi positivi, atteso che hanno visto i risparmiatori recuperare tutta la loro perdita. Per informazioni contattare: confconsumatoripuglia@yahoo.it

 

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29/08/18 Banca Popolare di Bari, comunicato del Comitato Azionisti

La Banca Popolare di Bari in questo mese di agosto ha comunicato la situazione patrimoniale e finanziaria al 30.06.18.

Il risultato consolidato del semestre evidenzia una perdita di 100,9 milioni di euro (115,6 milioni considerando l’effetto delle imposte) a seguito della decisione del Consiglio di Amministrazione di azzerare gli avviamenti in capo alla Banca Popolare di Bari, pari a 75,2 milioni. La perdita deriva anche dalle rettifiche su crediti che si attestano a 64,9 milioni di euro. La rettifica significa che taluni crediti, a seguito del peggioramento della condizione dei debitori, sono stati passati da poste attive a crediti deteriorati o comunque di dubbia recuperabilità.

Il prezzo minimo di acquisto dell’azione, quotata sul mercato Hi-Mtf, è sceso ad euro 2,38.

La banca ha inoltre comunicato che: 1) entro dicembre darà seguito alla trasformazione in S.p.A., 2) ha avviato – con il supporto di una società di consulenza esterna – il progetto per lo sviluppo del Piano Industriale 2018/2022, 3) entro ottobre vi sarà una nuova cartolarizzazione, con la cessione di un portafoglio di crediti deteriorati per circa 800 milioni di euro.

 

La banca ha anche comunicato testualmente quanto segue: “I dati consolidati evidenziano una raccolta totale pari a 14,53 miliardi di euro. Gli impieghi netti a clientela risultano pari a 8,56 miliardi di euro.

I coefficienti patrimoniali consolidati al 30 giugno 2018 si attestano al 9,44% in riferimento al CET1 ed al Tier 1 Ratio e all’11,66% per il Total Capital Ratio. Detti valori risultano superiori ai coefficienti di capitale fissati per il Gruppo per il 2018 (OCR) dal Regolatore ad esito dello SREP 2018 e pari al 7,09% (CET1), all’8,83% (Tier 1 Ratio) e all’11,15% (Total Capital Ratio).

Rimane solida e stabile la posizione di liquidità, con i due indicatori LCR e NSFR attestati rispettivamente al 122% (in luglio il valore è salito al 160% grazie al perfezionamento di un’operazione di cartolarizzazione di mutui residenziali) ed al 126% (limite regolamentare 100%), con un buffer di liquidità superiore a 1,8 miliardi di euro, in ulteriore crescita a oltre 2 miliardi a luglio sempre per effetto dell'operazione di cartolarizzazione.”

 

Con un articolo del Sole 24 pubblicato in data 11.08.2018, inoltre, la banca ha comunicato che intende procedere ad un aumento di capitale fra i 250 ed i 350 milioni di euro, attraverso l’ingresso di investitori istituzionali che sottoscriverebbero questa somma, acquisendo peraltro una partecipazione significativa se unita alla trasformazione in S.p.A. (poiché non ci sarà più il voto capitario, ma il voto per numero di azioni detenute).

In sintesi, i dati comunicati dalla Banca il 10 agosto scorso dicono che la banca, nonostante la perdita, ha dei coefficienti patrimoniali superiori ai minimi richiesti dalle Autorità di controllo e con l’aumento di capitale collegato alla trasformazione (a mezzo di investitori istituzionali invogliati ad acquisire una partecipazione significativa), di certo vi sarebbe un rafforzamento patrimoniale rilevante. Tuttavia, gli azionisti pagano un conto salatissimo.

Dinanzi a questa situazione, che oggi vede purtroppo gli azionisti pagare sulla propria pelle, a caro prezzo, la svalutazione e l’illiquidità delle azioni, il Comitato continuerà a fornire assistenza agli associati che intendano rivendicare in sede giudiziale e stragiudiziale i propri diritti, dinanzi alla Magistratura ed alle Autorità di Vigilanza, per consentire agli azionisti di recuperare le somme investite.

Il COMITATO: Adusbef, Adiconsum, Assoconsum, Codacons, Codici, Confconsumatori, Unione Nazionale Consumatori.

BARI - Via Dante 164 - EMAIL: comitatoazionistibpb@gmail.com Tel: 3511336973

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3/8/2018 Confconsumatori: avviata azione contro la Banca Popolare di Puglia e Basilicata

La quotazione sul mercato secondario Hi-Mtf sta ridefinendo al ribasso il valore delle azioni della Popolare di Puglia e Basilicata, ed attualmente il prezzo minimo di acquisto è di euro 3,44 per azione, dopo che le ultime aste, dal 6 luglio ad oggi, sono andate deserte.

Antonio Amendola e Antonio Pinto, legali di Confconsumatori, hanno avviato recentemente azione contro la banca, dinanzi al Collegio dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie in Consob. La domanda è quella di far accertare l’inadempimento della banca di vari obblighi formali e sostanziali previsti dal Testo Unico della Finanza, dal Regolamento Consob n. 16190 del 2007  e dalla Comunicazione Consob del 02 marzo 2009 in materia di vendita di titoli illiquidi. Con conseguente richiesta di risoluzione del contratto o quantomeno condanna dell’istituto a risarcire l’azionista dell’inadempimento contrattuale subìto in sede di vendita dei titoli: danno quantificato nella somma investita al momento dell’acquisto, oltre interessi e rivalutazione monetaria (detraendo i dividendi eventualmente percepiti). Appare ormai determinante l’orientamento giurisprudenziale costante, secondo il quale, le mere sottoscrizioni acquisite dal cliente sulla documentazione relativa al rapporto o la pubblicazione del prospetto di offerta, non sono sufficienti a far ritenere assolti gli obblighi di legge posti a carico della banca.

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Il Presidente di Confconsumatori Puglia, Antonio Pinto, inizia collaborazione con la rivista Vinoway. Scriverà in materia di legislazione vitivinicola e tutela dei consumatori

Il Presidente di Confconsumatori Puglia, Antonio Pinto, inizia collaborazione con la rivista Vinoway. Scriverà in materia di legislazione vitivinicola. Il primo articolo descrive il DM 15.5.18 che stanzia 337 milioni di euro per nuovi investimenti sui vigneti.

https://vinoway.com/approfondimenti/attualita-wine-a-food/fatti/item/7013-pubblicato-il-dm-mipaaf-che-avvia-i-bandi-per-gli-investimenti-del-settore-vitivinicolo.html

 

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25/05/2018 Il presidente di Confconsumatori Puglia parlerà di tutela dei consumatori nel Convegno "La Giustizia amministrativa in una società sempre più complessa"

Il presidente di Confconsumatori Puglia, Antonio Pinto, venerdì 25 maggio, terrà un intervento nel corso del Convegno "La Giustizia amministrativa in una società sempre più complessa". Giornata di studio organizzata dal TAR Bari con le associazioni forensi, fra cui l’A.G.AMM. 8 crediti formativi per i partecipanti. Presso l'Aula Aldo Moro, Dipartimento di Giurisprudenza di Bari. L'intervento avrà ad oggetto strumenti di tutela dei consumatori nella giustizia amministrativa.

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18/05/18 CONFCONSUMATORI RECUPERA INTEGRALMENTE LA SOMMA DI OLTRE €. 5.000,00, SOTTRATTA FRAUDOLENTEMENTE AD UNA RISPARMIATRICE, TITOLARE DI UN C/C POSTALE.

Grazie all'intervento dell'avv. Alessandra Taccogna, legale di Confconsumatori Bari, una signora di Bari, intestataria di un conto corrente presso Poste Italiane, la quale aveva subito, a sua insaputa, diversi giroconti dell'importo complessivo di circa €. 5.200,00, ad opera di ignoti che avevano effettuato tali operazioni non autorizzate sul suo conto corrente postale, è riuscita a recuperare integralmente la somma sottratta.

L'avv. Taccogna, infatti, previa denuncia presso la Polizia di Stato dell'ammanco in oggetto, ha inviato diffida stragiudiziale a Poste Italiane, di cui ha evidenziato la piena responsabilità, per la scarsa sicurezza del sistema di protezione, evidentemente non idoneo ad ostacolare il verificarsi di episodi di tal tipo.

Ebbene, solo in seguito all'intervento dell'avvocato, la signora ha potuto ottenere il pieno rimborso della somma che le era stata detratta illecitamente dal conto corrente postale, dal momento che per ben oltre dieci mesi dall'accaduto, la stessa si era recata infinite volte personalmente all'Istituto Postale, ma senza ottenere nulla.

La vicenda, quindi, è stata risolta ancora una volta con l'intermediazione di Confconsumatori, interamente in via stragiudiziale e senza la necessità di adire l'Autorità Giudiziaria.

Si invitano, pertanto, i cittadini ed utenti a non arrendersi di fronte a truffe ed episodi di tal tipo, sempre più ricorrenti, ma a recarsi presso le varie Sedi di Confconsumatori presenti sul territorio e pronte a fornire assistenza a chi ne abbia bisogno.

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18/05/2018 CONFCONSUMATORI OTTIENE STORNO DI UNA FATTURA ESORBITANTE EMESSA DA ACQUEDOTTO PUGLIESE

Grazie all'intervento dell'avv. Alessandra Taccogna, legale di Confconsumatori Capurso (Bari), un'anziana signora di Capurso, la quale aveva ricevuto da Acquedotto Pugliese una fattura esagerata di circa €. 10.000,00 per conguagli relativi a consumi idrici, ha ottenuto lo storno della stessa di circa €. 5.000,00.

L'avv. Taccogna ha, infatti, avviato la procedura di conciliazione con l'Acquedotto, nel corso della quale è riuscita a dimostrare che quanto richiesto da AQP era alquanto sproporzionato, rispetto al fabbisogno reale di acqua dell'associata.

Ne consegue che l'AQP ha dovuto procedere con lo storno richiesto e la fattura è stata dimezzata.

La vicenda, quindi, è stata risolta con l'intermediazione di Confconsumatori, interamente in via stragiudiziale e senza la necessità di adire l'Autorità Giudiziaria.

Si invitano, pertanto, tutti gli utenti a non arrendersi di fronte alle fatture contenenti addebiti esagerati, le quali, quasi sempre, riportano consumi e voci incomprensibili, che gli stessi Enti emittenti, non riescono nè a spiegare, nè a dimostrare.

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14/05/2018 NUOVE SANZIONI PER LE ETICHETTE DI ALIMENTI NON CONFORMI AL D.LGS. 231/2017

Dal 9 maggio sono operative le nuove sanzioni per le etichette irregolari degli alimenti. E’ entrato in vigore il decreto legislativo n.231 del 15 dicembre 2017 che dà attuazione alla disciplina Ue a tutela dei consumatori. Le penalità per gli inadempienti varieranno da un minimo di 500 euro a un massimo di 40mila. Definire, ad esempio, un prodotto come «naturale» o «senza solfiti» quando non ne sussistono le caratteristiche costituisce una violazione delle pratiche leali d’informazione che può costare da 3mila a 24mila euro. Il fine della nuova normativa è quello di garantire che i consumatori siano adeguatamente informati sugli alimenti, in modo da consentire scelte consapevoli , prevenendo qualunque pratica suscettibile di indurre in errore i cittadini. Sono state così definite le informazioni che devono obbligatoriamente comparire sull’etichetta di un prodotto alimentare preimballato, come ad esempio, il termine minimo di conservazione o la data di scadenza dell’alimento, la dichiarazione nutrizionale o l’elenco degli ingredienti. Il decreto legislativo italiano 231/2017, che essenzialmente interviene in due distinti ambiti: da un lato, definisce le sanzioni per le violazioni del regolamento Ue 1169/2011, disponendo le pene pecuniarie che variano, a seconda della gravità delle singole infrazioni, raggiungendo - come detto - un tetto massimo di 40mila euro; in secondo luogo adegua la normativa nazionale alle disposizioni del regolamento Ue, disciplinando aspetti non armonizzati a livello europeo, come, ad esempio, la vendita dei prodotti non preimballati, l’indicazione del lotto e la vendita in distributori automatici di alimenti non preimballati, prevedendo, al contempo, le sanzioni correlate. Il regolamento europeo, inoltre, dispone che sugli alimenti vadano indicate obbligatoriamente le sostanze che possono provocare allergie o intolleranze e detta norme relative ai requisiti di etichettatura di queste sostanze: ad esempio, la loro messa in evidenza rispetto ad altri ingredienti. In questo caso, la mancata apposizione dell’indicazione obbligatoria viene punita con una sanzione amministrativa da 5mila a 40mila euro. Le sanzioni vengono irrogate dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari), restando comunque ferme le competenze spettanti all’Autorità garante della concorrenza e del mercato per le violazioni della normativa sulle pratiche commerciali abusive.

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