La Corte di Cassazione penale, con sentenza del 1 febbraio 2016 n.3981 ha sancito il principio secondo cui: “Chi critica anche duramente una persona su Facebook, non è responsabile per gli insulti degli altri utenti, che intendono così associarsi al suo “dissenso” e rafforzarlo”.
Nessuna condanna per diffamazione può esserci dunque a carico di chi esercita il suo diritto a manifestare un’opinione apertamente ostile nei confronti della parte offesa, senza ricorrere, al pari di altri partecipanti alla “discussione”, ad espressioni offensive e senza amplificarle.
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