Meno tutele per i consumatori. Difficoltà nel valutare i nuovi contratti di luce e gas da parte dei clienti più vulnerabili. Rischio che le imprese finiscano per adottare strategie di prezzo convergenti – con tariffe tendenzialmente più alte. Senza contare le criticità del mercato dell’energia, dove proliferano le pratiche commerciali scorrette e le offerte mancano spesso di trasparenza. Sono le accuse che LE Associazioni dei Consumatori rivolgono al Disegno di legge sulla concorrenza (per ora non ancora approvato), che prevede la fine del mercato tutelato. E’ un provvedimento ingiusto, sia sotto il profilo sociale che economico perché penalizzerebbe i clienti del mercato di maggior tutela lasciandoli privi di protezione, in quanto prevede la fine del Mercato Tutelato e la soppressione dell’Acquirente Unico, determinando il passaggio obbligatorio delle utenze domestiche attualmente nel mercato tutelato (oltre 20 milioni) e delle piccole e medie imprese alle società di vendita del mercato libero.
A essere contestato – secondo l’avv. Nuccia Lisi di Confconsumatori - è il fatto che già negli anni passati, secondo quanto emerge dai rapporti dell’Autorità per l’energia, le famiglie che si sono spostate al mercato libero complessivamente hanno pagato di più: queste infatti hanno sottoscritto in media contratti più onerosi rispetto al mercato di maggior tutela, del +16,7% nel settore dell’energia elettrica (pari a un aumento di 42,5 euro annui per il consumo di una famiglia media) e del +7,9% nel settore del gas (pari a 68,2 euro in più l’anno), per una maggior spesa complessiva di almeno 121 euro annui.
C’è poi un’altra preoccupazione, ossia che il provvedimento si risolva in un vantaggio soprattutto per le aziende. Occorre tenere presente che nell’assetto attuale, una volta eliminato il prezzo di riferimento del mercato tutelato, che costituisce comunque un benchmark ben visibile, gli operatori potrebbero attuare accorte e graduali strategie di prezzo convergenti, volte ad alzarne il livello per il piccolo consumatore privo di potere contrattuale.
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