A distanza di 19 anni era arrivata una richiesta di pagamento di circa 5.800 euro per tributi riferiti al 1993: Confconsumatori ha ottenuto l’annullamento. Nel giugno del 2012 una pensionata settantunenne aveva ricevuto da Serit S.p.A. un’intimazione di pagamento di 5.759,61 €, relativa a somme iscritte a ruolo a titolo di IRPEF e SSN, oltre a interessi e sanzioni, per l’anno 1993. «Questa pronuncia - ha commentato l’avvocato Nuccia Lisi, responsabile di Confconsumatori Bitonto - rappresenta uno dei successi della nostra associazione in materia tributaria». «La sentenza della Commissione Tributaria dimostra come anche il piccolo contribuente, sempre più spesso vessato dalle società di riscossione, possa ottenere la tutela dei propri diritti, e che non si può essere debitori a vita, neppure quando il creditore è un Ente pubblico». A distanza di quasi 20 anni, dunque, l’Agente della Riscossione ha preteso di riscuotere delle somme, nel frattempo incrementate a dismisura: solo gli interessi di mora maturati al giugno 2012 erano pari a 2.607,65 €. Gli Avvocati di Confconsumatori hanno presentato tempestiva impugnazione dinanzi alla competente Commissione Tributaria, ottenendo l’annullamento totale dell’atto, dal momento che, come hanno espressamente chiarito i giudici nella sentenza: «nel caso di specie, sia che si opti per la prescrizione quinquennale che per quella decennale, la intimazione di pagamento è stata notificata oltre il decennio ed a maggior ragione oltre il quinquennio». A nulla, dunque, è valsa la difesa dell’Agente della Riscossione che, nel corso del giudizio, ha dichiarato, ma non provato, di aver provveduto nel 2003 alla notifica di un’ulteriore intimazione di pagamento avente ad oggetto le suddette somme.
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